Emergency è attiva in tutto il Paese per garantire la copertura sanitaria.
Nel 1995 Emergency ha ristrutturato e riaperto l'ospedale di Choman, un villaggio nel Kurdistan iracheno nordorientale vicino alla frontiera con l'Iran, inviando in loco attrezzature e personale specializzato in chirurgia di guerra. A questo primo impegno ha fatto seguito l'apertura di due Centri chirurgici a Sulaimaniya ed Erbil, rispettivamente nel 1996 e nel 1998. Entrambe le strutture sono state ampliate nel tempo con unità specializzate nel trattamento delle ustioni e delle lesioni spinali.
Inoltre, a Sulaimaniya, Emergency ha aperto un Centro di riabilitazione e reintegrazione sociale.
Per garantire ai pazienti anche nelle regioni più isolate una maggiore tempestività nell'assistenza e nell'eventuale trasferimento in ospedale, Emergency ha attivato una rete di 22 Posti di primo soccorso.
Nel 2005 Emergency ha trasferito l'amministrazione e la gestione dei due Centri chirurgici e dei Posti di primo soccorso alle autorità locali; oggi le strutture sono integrate nel sistema sanitario nazionale.
Sostegno agli ospedali locali
Nel 2003, nei primi mesi dell'invasione dell'Iraq da parte delle forze della Coalizione, Emergency ha messo a disposizione dell'ospedale Al Kindi di Baghdad, il principale centro chirurgico della città, oltre 30 tonnellate di materiale medico, farmaci, materassi e coperte. Senza contare i 45 000 litri di combustibile per far funzionare i generatori di corrente che alimentavano le sale operatorie.
Nello stesso periodo, l'associazione ha donato ingenti quantità di materiale medico all'ospedale di Karbala, città sciita situata 90 km a sud di Baghdad, assicurando inoltre il trasferimento dei pazienti più gravi al Centro chirurgico di Sulaimaniya.
Infine, a partire da maggio 2004, Emergency ha fornito materiale medico e altri beni di prima necessità (come acqua, cibo, coperte e materassi) all'ospedale e alla popolazione di Falluja, una cittadina a ovest di Baghdad completamente assediata nel corso del conflitto.