Centro pediatrico di Entebbe in Uganda

Il Centro di Entebbe, secondo tassello dell’ANME

Inizio dell’attività 2021

Aperto ad aprile 2021, il Centro di chirurgia pediatrica a Entebbe offre cure chirurgiche pediatriche gratuite in un Paese in cui più di metà della popolazione ha meno di 15 anni – in Uganda ci sono 20 milioni di bambini o adolescenti – e il tasso di mortalità infantile sotto i 5 anni è di 43 morti su 1000 nati.

L’ospedale fornisce cure ed assistenza a pazienti con problematiche chirurgiche di tipo elettivo che riguardano principalmente l’apparato adominale, urologico e ginecologico: malformazioni congenite, problemi urologici e ginecologici, anomalie del tratto gastro-intestinale, patologie del sistema biliare, cheiloschisi (come il labbro leporino, un problema che colpisce un neonato su 800) e altre patologie di pertinenza chirurgica più generale.

Il Centro è dotato di 3 sale operatorie, una sala di sterilizzazione, 72 posti letto (di cui 6 di terapia intensiva e 16 di terapia sub-intensiva), 6 ambulatori, una radiologia, un laboratorio con banca del sangue, una TAC, una farmacia e una foresteria per ospitare i pazienti che arrivano da lontano e i loro accompagnatori. È presente inoltre un’area gioco per i piccoli pazienti.

L’obiettivo dell’ospedale è quello di triplicare la capacità di trattamento chirurgico-pediatrico del Paese e di diventare un punto di riferimento per la chirurgia pediatrica elettiva in tutto il continente, affrontando in modo sistematico problemi radicati da tempo nella regione.

La formazione del personale locale

Uno degli obiettivi a lungo termine più importanti del Centro è quello della formazione qualificata di una generazione di giovani medici e infermieri ugandesi, che possa a sua volta contribuire alla costruzione delle competenze locali e avere un impatto a lungo termine sulla sanità del Paese.

Tra le attività dell’ospedale sono previste sessioni di formazione del personale ugandese, svolte nell’ottica di ridurre gradualmente la presenza di staff internazionale all’interno della missione e aumentare la responsabilità dello staff locale.

Attualmente lo staff locale è composto da circa 350 persone, di queste quasi 200 sono personale medico, infermieristico e sanitario. Il personale sanitario è formato dall’80% da staff locale e il 20% da staff internazionale, mentre sulla parte non sanitaria si arriva al 95% di ugandesi.

Il Centro di Entebbe, secondo tassello dell’ANME

Nel 2007 Emergency ha iniziato un progetto di cooperazione sanitaria profondamente innovativo: portare sanità di eccellenza in Africa, affermando nella pratica il diritto a ricevere cure gratuite e di elevata qualità di ogni essere umano. Il Centro Salam di eccellenza in cardiochirurgia di Emergency a Khartoum, in Sudan, è stato il primo Centro di cardiochirurgia completamente gratuito in Africa per offrire assistenza medica e chirurgica di alto livello a bambini e adulti affetti da cardiopatie congenite e acquisite.

Sulla base dell’esperienza del Centro Salam, nel 2008 Emergency ha riunito i ministri della Sanità di 9 Paesi africani per discutere come garantire ai cittadini africani il diritto a una medicina gratuita e di alto livello. Da quell’incontro è nato il Manifesto per una medicina basata sui diritti umani, che afferma la necessità di costruire sistemi sanitari fondati su eguaglianza, qualità e responsabilità sociale (EQS): sulla base di questi principi nel 2010 è nata l’ANME (African Network of Medical Excellence – Rete sanitaria d’eccellenza in Africa) che ha l’obiettivo di costruire Centri medici di eccellenza per rafforzare i Sistemi sanitari del continente, creando una strategia comune di risposta ai problemi sanitari dell’area.

Il Centro chirurgico di Entebbe rappresenta il secondo, ambizioso passo avanti di questa Rete sanitaria d’eccellenza in Africa.

Il progetto in cifre

Luogo:

Entebbe

Inizio attività:

April 2021

Attività:
Kinderchirurgie, pädiatrische Erste Hilfe

Struttura:
3 Operationssäle, 1 Sterilisationsraum, Intensivstation, Subintensivstation, Aufnahmestation, 1 Notfallstation, 6 Kliniken, Radiologie, Labor und Blutbank, Apotheke, Verwaltung, Technik, Gästehaus, Empfangs- und medizinischer Bildungsbereich, Spielplatz im Freien.

Posti letto:

72

Personale internazionale:

6

Personale locale:

60+

Pannelli fotovoltaici:

2500

Area:

9,000m²

Interventi chirurgici:

1301

Visite amulatoriali:

3646

Pazienti ricoverati:

1192

Dati aggiornati al 30 novembre 2022

 Quando va bene un ospedale? Un ospedale va bene quando sei disposto a farci curare tuo figlio. Punto, fine della trasmissione. Il resto sono chiacchere. Se va bene per tuo figlio va bene anche per gli ugandesi, gli afgani, i sierraleonesi… se invece dovesse aver bisogno tuo figlio e tu pensi subito a come evacuarlo, allora stai prendendo in giro qualcuno. E questo non ci è mai piaciuto. Non ci è mai appartenuto. (Gino Strada)

L’architettura che guarisce

Il progetto è nato dall’incontro tra Gino Strada, chirurgo e fondatore di EmergencyRenzo Piano, uno dei più importanti architetti al mondo.

La sfida è stata quella di unire chirurgia e architettura d’eccellenza, due discipline all’apparenza molto lontane tra loro: il risultato di questa unione viene chiamato «healing architecture», architettura che guarisce.

Il concetto di “architettura che guarisce” è molto semplice: la bellezza non è soltanto un fattore estetico, ma è parte della cura, è in grado di impattare sia sull’aspetto fisico che su quello psicologico dei pazienti, aiutando il compito della medicina.

L’idea di realizzare un ospedale che non sia solo funzionale e efficiente dal punto di vista sanitario ma anche «scandalosamente bello», per rispettare la dignità dei luoghi e delle persone, è stata uno dei principi guida del progetto.

Inoltre, l’ospedale è stato costruito “a misura di bambino”, in ogni dettaglio: le animazioni sulle pareti, i colori, le grandi finestre luminose, il giardino in cui poter giocare sono stati pensati per trasmettere serenità e sicurezza, per far sentire “a casa loro” i piccoli pazienti, ribadendo un concetto per noi fondamentale: la centralità del paziente, dei suoi bisogni, della sua personalità, delle sue paure e dei suoi diritti.

La cosa che più mi colpì quel giorno fu una frase di Gino: «Voglio un ospedale scandalosamente bello». Quelle due parole accostate erano un programma perfetto, e una promessa: vi portiamo il meglio delle nostre competenze, con le strutture, le tecnologie, le risorse che sono necessarie. Come dice Gino, condividere i migliori risultati che abbiamo raggiunto è nostro dovere. Che si tratti di medicina, di chirurgia o di architettura. E c’era anche quell’aggettivo, bello, portatore di un’idea precisa di bellezza che condivido completamente. Come talvolta accade, abbiamo scoperto di dire la stessa cosa, usando linguaggi diversi. (Renzo Piano)

La sostenibilità

Il Centro di chirurgia pediatrica di Entebbe è un progetto di sostenibilità medica, sanitaria, economica, ambientale.

La struttura è stata realizzata con la terra di scavo per costruire i muri portanti in terra cruda con l’antica tecnica del pisé, semplice e molto economica. L’idea è quella di ridare dignità a questa tecnica costruttiva, utilizzando gli stessi principi delle case tradizionali ma in modo innovativo.

Il Centro possiede inoltre un impianto di oltre 2.300 pannelli fotovoltaici in copertura, che soddisfano parte del fabbisogno energetico.

Come negli altri ospedali di Emergency, è presente anche un giardino con 350 alberi: il verde è un elemento importante per il recupero e per la guarigione dei pazienti.

La storia di Akshal

Akshal è stato uno dei primi pazienti del Centro. Un giorno, suo papà ha fermato per strada Livio, tecnico degli impianti dell’ospedale, riconoscendo il logo di Emergency sulla maglietta che indossava. Gli ha chiesto se era vero quello che si diceva in giro, che nel nuovo ospedale si curavano gratis i bambini. Il suo bimbo di 4 anni stava perdendo l’uso della mano sinistra a causa dell’esito cicatriziale di un’ustione, ma lui non riusciva a mettere da parte i soldi necessari per l’intervento. Livio gli ha detto che, certamente, sarebbero potuti venire in ospedale: tutto gratis, dalla prima visita all’intervento chirurgico, dai pasti al pigiama pulito, e persino spazzolino e dentifricio! L’intervento di Akshal è andato bene. Il giorno dopo scorrazzava già nei corridoi della corsia, inseguito dalla sua mamma e dalle infermiere.

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