Finché l'ultimo canta ancora

“Come stanno gli afgani?”: da questa domanda nasce il fumetto ideato da EMERGENCY, scritto e disegnato da Francesca Romana Torre e La Tram (Margherita Tramutoli) e realizzato grazie ai fondi umanitari dell’Unione Europea.

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“Come stanno gli afgani?”

“Come stanno gli afgani?”: da questa domanda nasce il fumetto ideato da Emergency, scritto e disegnato da Francesca Romana Torre e La Tram (Margherita Tramutoli) e realizzato grazie ai fondi umanitari dell’Unione Europea.

L’Afghanistan è in gran parte scomparso dai media, ma la situazione del Paese dopo il ritiro delle truppe internazionali nel 2021 rimane drammatica: la crisi umanitaria è tuttora una delle più gravi al mondo con ripercussioni sociali, economiche e sanitarie senza precedenti.

La violenza non è finita; ancora oggi, i nostri ospedali continuano a ricevere pazienti con traumi violenti – ferite da arma da fuoco, arma da taglio e ferite da ordigni esplosivi e mine antiuomo, di cui l’Afghanistan è tra i primi Paesi al mondo per disseminazione e contaminazione.

La povertà estrema è aumentata, e a questo si aggiungono le conseguenze della siccità e di disastri naturali come il terremoto di novembre 2023.

L’accesso alle cure in Afghanistan

In Afghanistan l’accesso alle cure per la popolazione è sempre stato un percorso fatto di ostacoli e numerose barriere. Dal 2021 a oggi la situazione è ulteriormente peggiorata: molti operatori sanitari hanno lasciato il Paese, la formazione del personale è insufficiente e questo comporta una diffusa carenza di staff sanitario. Curarsi è troppo costoso, non ci sono ambulanze in caso di emergenza e le strutture sono inadeguate, sprovviste di personale specializzato, farmaci, macchinari, elettricità e acqua, soprattutto nelle zone rurali.

Gli afgani spesso ignorano le strutture locali perché faticano a fornire i servizi di base, con conseguente aggravamento dei problemi di congestione negli ospedali pubblici, destinati a fornire cure terziarie, e in quelli delle aree urbane. Sempre più pazienti si rivolgono alle strutture di EMERGENCY come alternativa al sistema sanitario pubblico in difficoltà.

Le donne sono un gruppo particolarmente vulnerabile: per loro, infatti, la possibilità di accedere a cure tempestive ed efficaci si assottiglia ancora di più. Oltre ai problemi strutturali che colpiscono l’intera popolazione, a rendere la loro situazione ancora più problematica sono la mancanza di mezzi di trasporto sicuri ed efficienti, l’assenza di cliniche che offrano cure ostetriche nelle zone rurali e le barriere finanziarie. D’altra parte, i recenti provvedimenti restrittivi sull’istruzione femminile causeranno una carenza di personale sanitario femminile a lungo termine, che inciderà sulla sostenibilità delle cure materne e pediatriche in tutto il Paese.

È l’eredità di 40 anni di guerra e di politiche inefficaci, che hanno reso il Paese dipendente dagli aiuti internazionali e la popolazione estremamente vulnerabile.

EMERGENCY è in Afghanistan dal 1999. Fino ad agosto 2021, la maggior parte dei ricoveri nelle nostre strutture erano dovuti a ferite di guerra; dopo la conclusione del conflitto, il trauma civile è diventato il principale bisogno dei pazienti delle nostre strutture.

Tuttavia, ancora oggi, continuiamo a ricevere pazienti con traumi violenti: ferite da arma da fuoco, arma da taglio, da esplosione. Dati che testimoniano come nonostante la conclusione formale del conflitto si possa ancora parlare di “vittime di guerra e violenza”.

 

In che modo è cambiato l'Afghanistan dal 15 agosto 2021? Abbiamo voluto raccontarlo dal punto di vista di chi vive – da operatore o da paziente – le strutture sanitarie di EMERGENCY. Si intrecciano, così, le storie di diversi personaggi che attraversano il Paese durante una giornata di lavoro; le esperienze dei e delle pazienti, e si percepisce come la presenza dell'ONG abbia influito sull'accesso alle cure e sulla tutela della salute. Non sappiamo come sarà il futuro del Paese, ma abbiamo voluto fotografarne il presente con una storia fatta di piccole cose straordinarie, affiancata alla rappresentazione del tradizionale canto dei cardellini, metafora di un popolo che resiste nello spirito e che protegge la sua poesia spontanea tra l'enormità del contesto e la delicatezza del quotidiano.

Francesca Torre & La Tram (Margherita Tramutoli)